Timo – Thymus vulgaris L.

Regno: Plantae
Sottoregno: Tracheobionta
Superdivisione: Spermatophyta
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Sottoclasse: Asteridae
Ordine: Lamiales
Famiglia: Lamiaceae
Genere: Thymus

timot1.jpg

Timo – Thymus vulgaris L. – il nome deriva dal greco thymáo = profumo, aroma.

Fiori: vellutati, odorosi, in fascetti o in spicastri terminali; sono minuscoli, rosa o rosa-porpora e si aprono da maggio a settembre. Sono ricercatissimi dalle api.
Caratteristiche: pianticelle semi-arbustive, alte da 10 a 30 centimetri, con rami eretti o prostrati e piccole foglie lanceolate, biancastre sulla pagina inferiore, aromatiche, ampiamente usate in medicina, gastronomia e profumeria; contengono timolo e fenolo.

timo2

Sulle montagne, quando soffia un leggero vento e l’aria è calda di sole, pare proprio di sentirsi avvolti da un respiro lievemente affannoso ma allo stesso tempo poderoso, che sa di resina e fiori, ma soprattutto di timo. Una piantina misera, un piccolo arbusto alto una spanna dai fitti rami legnosi e contorti, con foglioline lunghe pochi millimetri e piccole spighe di fiori rosa o bianchi che appaiono da maggio a settembre. Un arbustino che acquista un’inconfondibile personalità soltanto a sfiorarlo perché da quelle foglioline emana un odore aromatico fra i più intensi e gradevoli di tutta la flora montana. Ed è stato senz’altro questo profumo così particolare, inconfondibile, ad attirare l’attenzione dei primi erboristi e poi degli alchimisti e dei monaci intenti a preparare pozioni ed elisir.

timo3

Il timo è tenuto in gran considerazione dagli abitanti del bosco e non sono pochi gli animali feriti o ammalati che per guarire inghiottono notevole quantità di foglioline e di fiori di Thymus, fiduciosi nelle proprietà antisettiche di questa pianta. Questa abitudine si rifà ad esperienze antichissime, tramandate geneticamente da individuo a individuo lungo il corso di milioni di anni e che fanno parte della innata «sapienza» degli animali. Anzi, è indubbio che l’abitudine dell’uomo a servirsi di molte specie medicinali risale proprio alle indicazioni comportamentali delle creature selvatiche. Nel timo si nascondono molti componenti: olio essenziale; timolo; carvacrolo; derivati terpenici: linalolo; borneolo; cimolo; cineolo; levopinene; mentene; timene; tannino; resina; sali minerali; vitamina B1 e C; una saponina.

timot2.jpg
Il genere Thymus è composto da un numero elevatissimo di specie; circa quattrocento, ma sulle nostre montagne se ne incontrano soprattutto tre: Thymus polytrichus, serpolino montano; Thymus praecox, pepolino, salaredda, riganeddu; Thymus vulgaris, erbuccia, erba pévera, ferrúgera. L’area di diffusione del timo è molto vasta e interessa, praticamente, tutta la Penisola, comprese Sicilia e Sardegna dai 300 ai 3000 metri di altitudine, con qualche localizzazione più intensa lungo l’arco alpino, nei luoghi aridi e pietrosi, su terreno calcareo e argilloso, in buon sole. La presenza dei Thymus è accertata anche sulle scogliere lungo le coste, soprattutto per quanto riguarda il Thymus vulgaris.

timo4.JPG

Si ricorda infine che i fiori di questa pianta sono ricercatissimi dalle api che ne traggono un miele squisito, molto aromatico. Le capre poi sono particolarmente ghiotte di timo che dona un profumo speciale al formaggio di origine caprina.