Il bosco è una complessa e varia entità vegetale; è un grande insieme di organismi che vivono in una intricata rete di rapporti che ne regolano l’equilibrio complessivo.
Si possono individuare alberi colossali di età ultrasecolari e piccoli vegetali, come gli esili fili d’erba che nascono, vivono e muoiono nello spazio di pochi mesi.
Formano il bosco esemplari di piante che tendono verso l’alto cercando la luce ed il sole e raggiungendo altezze di molte decine di metri.
Altri vegetali ricercano condizioni di ombra e di buio; altri infine sono alti pochi centimetri e formano soffici tappeti verdi. Molti alberi mutano colore ed aspetto nelle varie stagioni, alcuni producono fiori e frutti vistosi…
Ma torniamo al “pensiero” che ha motivato queste pagine:
Troverai più nei boschi che nei libri. Gli alberi e le rocce ti insegneranno cose che nessun maestro ti dirà. – San Bernardo da Chiaravalle, XII secolo.
La dottrina del bosco è antica quanto la storia dell’uomo. Nell’immaginario comune ai diversi livelli della formazione culturale e della competenza letteraria, attorno all’immagine del bosco si coagula una serie di connotati e suggestioni tutto sommato simili e comuni, che spaziano fra un’idea positiva, quella di contesto ambientale rigoglioso, brulicante di vita e incontaminato, gradevole e riposante, e un’idea negativa, di luogo oscuro e misterioso, di entità impenetrabile, inquietante, ostile. Ma c’è anche chi ha assegnato al bosco e al suo respiro, un posto significativo nell’esistenza umana, riconoscendogli il merito altissimo di alimentare la vita, e di essere vita. L’uomo deve essere “pratico”, vivere la realtà della natura per comprenderla e comprendere se stesso.
“Vi è mai capitato di attardarvi in un bosco fino al crepuscolo? Di distendervi per terra al centro di una fitta radura di alberi e alzare lo sguardo in alto, in cerca di uno spiraglio di luce che riesca ad attraversare il fitto fogliame? Di chiudere gli occhi e riaprirli dopo qualche secondo, senza avere più la netta percezione di dove vi troviate? Inalare il respiro del bosco a pieni polmoni, ascoltare i suoi rumori, osservare le ombre misteriose di tutta la vegetazione attorno a voi, e immedesimarvi così tanto da pensare di farne parte? Scambiare il fruscio del fogliame con un sussurro di parole, come un invito a restare lì mimetizzati nella natura? Fino a desiderare, magari, di rinascere albero?” (Franco Ferrarotti).
Nel bosco vivono organismi animali, vegetali e microrganismi; vivono muschi, licheni, funghi e batteri; tutti operano secondo una tacita reciproca intesa, collegati da quei rapporti che la natura ha stabilito e che qualche volta gli uomini per loro finalità immediate, erroneamente interrompono. Lo sviluppo del turismo di massa e della disponibilità di tempo libero, il concomitante aumento della mobilità umana legata agli enormi progressi della motorizzazione privata e della viabilità maggiore e minore, soprattutto montana, sono sempre più spesso causa di stress al bosco con grave danno all’ambiente tutto. Anche “l’andar per funghi” può essere annoverato tra le attività antropiche che, se non correttamente svolte con coscienza civica e sensibilità naturalistica, possono essere strumento di devastazione e di degrado ambientale. Le raccolte indiscriminate, il danneggiamento e la distruzione dei funghi cosiddetti ”matti”, l’alterazione dell’equilibrio del suolo, creano irrimediabili ferite all’ecosistema bosco. Difendere il suolo significa assicurare le condizioni perché esso possa continuare a formarsi e mantenere le naturali proprietà fisiche, chimiche e biologiche dalle quali dipendono dipendono stabilità e la fertilità delle terre. È con questo spirito ed intendimento che chi si avventura nella ”caccia” al porcino deve varcare le soglie del bosco.
Il BOSCO quindi costituisce un importantissimo elemento di regolazione delle condizioni di vita sulla Terra, infatti agisce ad esempio come un’immensa pompa naturale, alimentata dall’energia solare, che permette la circolazione dell’acqua sulla terra. Vero e proprio polmone esso aiuta a filtrare e rinnovare l’aria, fissando il carbonio contenuto nell’anidride carbonica e liberando in cambio l’ossigeno durante il giorno. Per questo i vegetali del bosco sono il primo gradino della piramide ecologica che rappresenta il flusso di energia. Sono anche il primo anello di ogni catena alimentare, in cui avviene il ciclo della materia (acqua, azoto, carbonio, ossigeno…).
Nel bosco ognuno trova il suo posto. A livello del suolo, dove arriva poca luce, crescono le piante da fiore, i muschi e i licheni in mezzo ad una lettiera di foglie popolate dai vari tipi di funghi decompositori. Viene quindi lo strato degli arbusti, i quali riescono a svilupparsi pienamente solo se la morte di un albero apre un varco alla luce. Un po’ più su, troviamo gli alberi di media altezza e d’alto fusto. In corrispondenza di ogni strato, le condizioni particolari di umidità e di irradiazione solare creano degli habitat che vengono colonizzati da specie animali ben precise.
Simbiosi, parassitismo e predazione concorrono a rendere il bosco più complesso ma anche più stabile. Ad esempio il fungo e l’albero si scambiano sostanze: il fungo fornisce all’albero azoto e minerali e quest’ultimo ricambia con gli zuccheri prodotti grazie alla fotosintesi. I picchi invece permettono a numerosi uccelli cavernicoli di riprodursi all’interno delle cavità dei vecchi alberi perforati dal loro potente becco in cerca di larve di insetti. Il picchio nero consuma più di 200000 insetti, cioè 6 Kg, per allevare la sua nidiata. Essi sono anche uccelli bioindicatori che permettono di misurare lo stato di salute degli alberi.




All’interno del bosco gli scarti di temperatura sono più deboli che altrove, nel sottobosco il vento è ridotto e l’umidità dell’aria, che qui è più elevata, favorisce la crescita degli alberi. Il terreno, protetto dalle piogge, non viene trascinato via dall’acqua, contrariamente a quanto succede nei suoli nudi. Il bosco perciò è il modo migliore per proteggere i versanti delle montagne. La scomparsa della copertura arborea porta inevitabilmente con sè l’estinzione della maggior parte degli organismi vegetali e animali. Il bosco pertanto costituisce un immenso ed inesplorato serbatoio di sostanze chimico-naturali, il più importante laboratorio in cui i processi evolutivi fanno i loro esperimenti, distruggerlo significa decretare l’impoverimento biologico del pianeta.