Primula comune – Primula vulgaris Huds.

Regno: Plantae
Sottoregno: Tracheobionta
Superdivisione: Spermatophyta
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Sottoclasse: Dilleniidae
Ordine: Primulales
Famiglia: Primulaceae
Genere: Primula

primulavulgaristav1

Primula comune – Primula vulgaris Huds. – il nome deriva dal latino primus, primo, a indicare la comparsa precoce dei fiori, non appena finisce il gelo invernale.

Fiori: gialli, rosa, bianchi, rossi, porpora, blu, a cinque petali. Hanno forma diversa a seconda della specie e possono fiorire alla fine dell’inverno a primavera avanzata
Caratteristiche: pianticelle erbacee perenni, alte da 10 a 30 centimetri, con foglie a rosetta, verde chiaro, crespate, con i margini dentati o ondulati e la pagina inferiore coperta da lieve peluria; le corolle possono essere sorrette da un lungo peduncolo o da un breve picciolo.

primula1

Il nome scientifico del genere Primula deriva dal latino «primus» a indicare la precoce fioritura della specie più diffusa, la Primula vulgaris che spunta dal terreno al primo accenno di tepore, non appena la neve accenna a sciogliersi.
Il simbolo legato a queste piante è la «giovinezza», sempre in riferimento al periodo dell’anno in cui queste corolle si schiudono con maggior rigoglio, letteralmente ricoprendo pendii e scarpate. Fra le specie più tipiche della flora alpina italiana vi sono senz’altro le primule, presenti sul nostro territorio con una decina di specie, quasi tutte di tipo erbaceo, dalla fioritura sempre interessante e vistosa, spesso caratterizzate da non trascurabili virtù officinali, ossia curative, grazie alla presenza di saponina e di due glucosidi (primaverina e primulaverina) sostanze che vantano proprietà neurotoniche, antireumatiche, espettoranti e sudorifere. In modo particolare nelle valli che fanno corona a Sondrio, è possibile trovare le seguenti specie dai fiori dorati: Primula veris, Primula elatior, Primula farinosa, Primula minima, Primula latifolia e la Primula vulgaris. primula3La Primula veris, o primula odorata ha fiori color giallo chiaro, odorosi, portati da un lungo scapo che può raggiungere anche 30 centimetri di altezza; la sua fioritura inizia verso fine marzo-aprile e continua sino a giugno, a seconda della maggiore o minore esposizione al sole; preferisce i terreni asciutti e i tratti aperti, meglio se protetti dal vento da una corona di alberi o arbusti. primulafarinosatav1La sua presenza abbraccia una larga fascia: dalle alture collinari sino ai duemila metri circa. La Primula elatior, o primula maggiore comincia a fiorire un po’ dopo la Primula veris, con fiori ad ombrella, giallo vivo, e predilige i suoli calcarei, freschi e umidi, ad altezze che variano da cento a 2200 metri. La Primula farinosa o primula impolverata fiorisce da maggio ad agosto con ombrelle di corolle rosa-lilla portate da un lungo stelo che si innalza sopra una rosetta di foglie dalla pagina inferiore biancastra, quasi fosse coperta di farina. La preferenza di questa specie va al terreno umido, di natura torbosa, fra gli 800 e 2500 metri, sia sulla corona alpina che sugli Appennini. primularosa2La Primula minima o primula ventaglina è una specie graziosissima, alta pochi centimetri, con strane foglie dentate che paiono minuscoli rastrelli e corolle rosa-viola a fauce bianca; fiorisce da giugno a luglio. La Primula latifolia o primula vischiosa è fra le più tipiche della zona che si stende attorno alle AlpiRetiche e, quindi, delle vallate che fanno corona alla Valtellina. Questa primula, che normalmente vive tra i 1500 e i 2700 metri, in Engadina e sul Rosa può fare la sua apparizione anche intorno ai 3000 metri, proprio in virtù della consistenza delle sue foglie, che sono spesse e vischiose, dei fiori che formano ombrelle compatte e raccolte e che aderendo al suolo ottengono una valida protezione contro il vento e i rigori del clima.primula farinosa 3, saxifraga-willem van kruijsbergen

La Primula vulgaris o primula minore è fra le specie più diffuse e precoci, con corolle sorrette da esili peduncoli che nascono direttamente dal terreno e foglie reticolate e bollose. I fiori sono gialli con piccole macchie più scure alla base dei petali. Questa primula, che nasce spontanea anche in pianura, è frequentissima sui pendii alpini in buon sole; desidera terreno non troppo asciutto, soffice e ricco.
Fra le più tipiche piante erbacee delle nostre montagne la famiglia delle primule è senz’altro una delle più interessanti e numerose, caratterizzata da fioriture intense, in vari colori, che si susseguono dai primi tepori sino alla calda parentesi estiva recando una nota di freschezza e di leggiadria fra le rocce o al margine dei boschi, sulle prode erbose o negli anfratti dei canaloni, fra cuscini di muschio e l’intrico degli arbusti. Si tratta di specie che, pur nella delicata fragilità delle corolle e nel tenero tessuto fogliare, dimostrano grande resistenza agli agenti atmosferici, buona adattabilità alla natura del terreno e una discreta attività riproduttiva, sia attraverso la propagazione per seme sia per la germinazione di nuovi cespi accanto alle piante-madri. primulaminimatav1Malgrado tutte queste positive caratteristiche, esistono alcune specie di primule che in determinate zone, a causa del clima, di particolari fenomeni di inquinamento o per l’irresponsabilità di quanti raccolgono i fiori spontanei senza riflettere sulle conseguenze di questo inutile vandalismo, hanno necessità di essere severamente protette. Esiste un elenco di specie da fiore «protette» che comprende tutte le primule a fiore rosso che sono ormai piuttosto rare e l’auricola che è tra le meno diffuse. Non rimane che augurarsi che la sorveglianza delle autorità sia fra le più severe, tale da assicurare la sopravvivenza del patrimonio floricolo alpestre la cui presenza riveste un ruolo essenziale nella catena biologica che condiziona l’habitat e la sfera ecologica della Valtellina.primula integrifolia 2, saxifraga-jeroen willemsenLe primule a fiore giallo sono le più comuni e le più note, esistono però anche cinque specie dalle corolle rosa intenso o violetto che per la loro rarità sono senz’altro da includere fra le primule «a fiore rosso» e quindi da salvaguardare con il massimo scrupolo. La Primula daonensis, dai fiori rosa vivo o lilla, sboccia in maggio in mazzetti sostenuti da steli alti una decina di centimetri. Le foglie sono di un bel verde vivo, lanceolate, con pochi denti all’apice, quasi glabre. Questa primula, nota anche come orecchia d’orso della val Daone, cresce esclusivamente su terreno siliceo, sassoso, fra 1600 e 2800 metri, ed è endemica dell’area che comprende i gruppi dell’Ortles e del Cevedale, dell’Adamello e della Presanella (dalla val Daone sino alla valle dell’Inn) delle Prealpi bresciane e delle Alpi Orobiche. Assai simile alla precedente è la Primula rubra (sinonimo Primula hirsuta) che volgarmente viene chiamata orecchia d’orso pelosa. Le corolle sono rosa-lillaporpora, con la gola bianca, e appaiono fra maggio e luglio, su terreni silicei, le rocce, tra 1200 e 2800 metri. In qualche caso essa compare ad altitudini maggiori, anche verso i 3500 metri.primulaazzurra