Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Gymnospermae
Classe: Coniferae
Famiglia: Pinaceae
Sinonimo: Picea excelsa Lk. (Tedesco: Fichte; Francese: épicéa)
Comunemente chiamato “Peccio”, è una conifera che fa parte della famiglia delle Pinaceae. La si trova ad una quota variabile dai 1.000 m ai 1800 m e ha un fusto in età adulta che varia dagli 8 m ai 30 m, eccezionalmente raggiunge i 60 m.La corteccia è di colore grigio-bruno con strato inferiore bruno-ferruggineo; nei rami secondari è bruno-rossastra (da quest’ultima caratteristica deriva il nome comune dell’albero), con scaglie longitudinali di 1×3 mm. Ha gli aghi disposti a spirale non troppo acuminati, di sezione quadrangolare e si distingue dall’Abete bianco proprio per queste caratteristiche, in quanto quest’ultimo li ha inseriti in due serie opposte a doppio pettine e la sezione dell’ago risulta a sezione appiattita.
I boschi di Abete rosso profumano sempre in modo molto intenso, spesso sono molto silenziosi, grazie anche al soffice tappeto di aghi che attutisce il rumore dei passi. Sono boschi molto freschi ed ombrosi, grazie al riparo che le chiome offrono dalla luce del sole, spesso con il sottobosco ricoperto da muschio. Se lasciati a sé stessi, i boschi di peccio, tendono a creare un rinnovamento naturale, creando così zone miste dove l’abete svetta altissimo ed altre dove le giovani piantine prendono il posto di quelle cadute, abbattute dalla vecchiaia.
È una pianta continentale che teme l’umidità ed il calore portati dalle correnti marine; ama invece il suolo umido, fresco, tanto che cresce bene anche in prossimità di stagni e torbiere; resiste ottimamente a temperature molto rigide e vegeta bene anche in periodi di scarsa piovosità.Il Peccio è piuttosto indifferente alla composizione del suolo e attecchisce bene sia in terreni acidi che calcarei. Le radici di Abete Rosso sono piuttosto superficiali e raramente penetrano nel terreno oltre il metro di profondità, per questo motivo è relativamente facile da sradicare; ha una crescita rapida dalla fase giovanile fino verso i 50 anni, successivamente la velocità di accrescimento rallenta, è normale incontrare piante oltre il secolo di vita e non è raro imbattersi in esemplari di oltre 500 anni di età. Il bosco d’Abete rosso, di solito, è molto fitto, quindi difficile da penetrare sia dalla pioggia che dalla luce, tende perciò ad avere un sottobosco spoglio. In quota, spesso, risulta privo di flora a parte un po’ di muschio, qualche felce e qua e là il Mirtillo rosso. Ad altezze inferiori, invece, quando si mescola con il faggio e con le altre latifoglie, possiamo trovare un sottobosco molto più ricco dove abbonda il mirtillo nero.
Funghi simbionti
Nella pecceta vive il Boletus edulis. Possiamo scorgerlo sia tra il muschio, sia tra gli aghi che nei canaloni. Altro fungo facilmente reperibile è la Russula mustelina che spesso viene scambiata, di primo acchito, per un porcino a causa del colore della cuticola molto simile. Moltissime Russula e Cortinarius abitano il sottobosco della pecceta, oltre ai ricercatissimi Finferli. In estate i Boletus aestivalis fioriranno qua e là insieme ai Boletus pinophilus tra il mirtillo nero. Il Boletus pinophilus riprenderà con vigore verso fine settembre periodo in cui i Finferli invaderanno il sottobosco. Un particolare accorgimento va sempre tenuto ben presente per la ricerca fruttuosa nell’Abete rosso. Spesso i funghi di quest’habitat tendono a ripararsi dietro alle radici degli alberi, è buona norma, quindi, iniziare le ricerche a salire e quando ci troveremo a scendere, ogni tanto è consigliabile voltarsi ad osservare il bosco dal basso verso l’alto, prestando attenzione non solo alle radici, ma anche alle rocce affioranti, è li che Finferli e Porcini cercano riparo e calore.
Ma allora l’abete rosso è l’albero dei porcini?
Forse la maggior parte dei cercatori di funghi del Nord Italia, frequenta i boschi di Abete rosso con la sola speranza di poter portare a casa bei cesti di Porcini. In realtà sono moltissimi gli altri i funghi sia commestibili che non, che vegetano in perfetta simbiosi con questo albero.
Commestibili di qualità da mediocre ad ottima: Albatrellus ovinus, Boletus edulis, Boletus fuscoruber, Boletus pinicola, Cantharellus cibarius, Clitocybe odora, Craterellus lutescens, Craterellus tubaeformis, Cyanoboletus pulvirulentus, Gomphius clavatus, Gomphidius glutinosus, Hydnum repandum, Hydnum rufescens, Hygrophorus lucorum, Imleria badius, Laccaria amethystina, Laccaria laccata, Lactarius deterrimus, Leucoperdon perlatum, Macrolepiota rhacodes, Morchella deliciosa, Russula cyanoxantha, Russula Mustelina, Russula vesca, Sarcodon imbricaus, Tricholoma caligatum, Tricholoma portentosum, Tricholoma terreum…
Non commestibili sia tossici che mortali, tra i più diffusi: Amanita citrina, Amanita crocea, Amanita excelsa, Amanita gemmata, Amanita muscaria, Amanita panterina, Amanita porphyria, Amanita phalloides, Amanita rubescens, Cortinarius violaceus, Discina perlata, Gyromitra eculenta, Hebeloma mesophaeum, , Hebeloma radicosum, Hebeloma sinapizans, Lactarius picinus, Lactarius scrobiculatus, Lactarius trivialis, Lepiota clypeolaria, Russula emetica, Russula sanguigna, Stropharia aeruginosa, Tipinella atrotomentosa, Tricholoma equestre,Tricholoma pardium,Tylopillus felleus, Tylopillus porphyrosporus…
Sebbene in Italia L’Abete rosso o Peccio abbia una discreta diffusione sulle Alpi, si tratta di un albero messo in serio pericolo di sopravvivenza. I recenti cambiamenti climatici, le piogge sempre più concentrate in pochi ma intensi episodi, alcuni insetti e malattie fungine lo stanno mettendo a dura prova.