La storia
L’etimologia e le prime testimonianze.
La micologia (greco mykes: fungo e logos: trattazione) è la scienza che studia i micro e macromiceti. Questi ultimi sono i “popolari” funghi. Il termine micologia è relativamente recente, seppur già attestato nella prima metà dell’Ottocento (in Italia dai vocabolari Tramater e Tommaseo), ed indica il moderno approccio sistematico all’argomento. La natura effimera di queste entità ha impedito loro di lasciare tracce dirette dai tempi più antichi, ma ci sono testimonianze indirette del loro utilizzo: graffiti preistorici che ne indicano l’uso da parte degli sciamani, statuine di pietra con animali che portano funghi, ed altro ancora.
Il mondo ellenico: l’interesse
Nel mondo ellenico l’attenzione era rivolta specialmente all’osservazione e alla cura degli effetti tossici da ingerimento, a qualche consiglio per la coltivazione e ad empirici tentativi di spiegazione dell’origine di questi sorprendenti prodotti della natura.
Il greco Teofrasto (370 – 287 a.C.) è il primo di cui si abbia notizia che affrontò il problema dell’inquadramento tra gli esseri viventi, definendo i funghi come “piante imperfette, prive di radici, foglie, fiori e frutti”.
Il naturalista latino Plinio il Vecchio (23 – 79 d.C.) si pose la questione dell’origine, sostenendo che essa “va ricercata nel limo della terra umida e nei suoi umori, che incominciano a fermentare, oppure nelle radici delle piante cupulifere”.
Il microscopio: la svolta
Il microscopio, inventato all’inizio del ‘600, permise una più approfondita conoscenza, a partire dallo studio dei sistemi di riproduzione reso possibile dall’individuazione delle spore, cui seguì anche un sistema di suddivisione dei macromiceti basato sulla posizione delle parti fertili (P. A. Micheli, 1679 – 1737). Carlo Linneo (1707 -1778), naturalista svedese che diede i fondamenti della moderna classificazione degli esseri viventi e della nomenclatura binomia (genere e specie), aveva difficoltà nel collocare i miceti, tanto che dichiarò di voler limitare la descrizione a una decina di generi e un centinaio di specie, ma ideò comunque un sistema conveniente e semplice, basato sull’aspetto esteriore. È a Linneo che si deve la denominazione di Agaricus per i funghi lamellati e di Boletus per quelli con pori e tubuli.
XIX secolo: l’approfondimento
Successivamente lo svedese Magnus Elias Fries (1794 – 1878), da molti considerato il padre della micologia, descrisse migliaia di specie in modo essenziale e ben caratterizzato e rinnovò i principi classificatori, anche se basandosi solo su caratteri macroscopici.

Giacomo Bresadola: l’osservatore
Il più insigne micologo italiano, da annoverare tra i più importanti a livello internazionale, è il trentino Giacomo Bresadola (1847 – 1929), autore di una monumentale iconographia e del celebre Fungi tridentini.
L’era moderna:nasce il regno Fungi
Nel corso del ‘900 l’approfondimento è stato via via sempre più puntuale e convincente, grazie in primo luogo ai nuovi strumenti di studio, con i quali si è verificato che i funghi assorbono il nutrimento in modo differente da piante ed animali, il che ha suggerito a R. H. Whittaker, nel 1969, di individuare un quinto regno degli esseri viventi, i Fungi, in aggiunta ai quattro già accettati dei Monera, Protista, Plantae e Animalia.
La micologia oggi: una scienza riconosciuta
L’individuazione di questo quinto regno, ribadita da Ainsworth (1973) e Hawksworth (1995) in quanto confermata dai dati della microscopia elettronica, della biochimica e soprattutto della biologia molecolare, è oramai comunemente accettata, ma il dibattito che ne è seguito ha mostrato che la micologia è a tutti gli effetti una scienza viva e attuale.