Grillo campestre – Gryllus campestris L.

Classe: Insetti
Ordine: Ortotteri
Sottordine: Ensiferi
Famiglia: Grillidi
Genere: Gryllus
Specie: G. campestris L.

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Il grillo campestre misura da due a tre centimetri ed appartiene alla famiglia dei Grillidi. I suoi ambienti sono le praterie, talvolta le coltivazioni di piante erbacee, le radure dei boschi e spesso si trova anche nei giardini. Viene quindi conosciuto per il suo incessante frinire* che si sente nei nostri prati a partire dalle calde giornate primaverili e fino ad agosto inoltrato. Con il suo inconfondibile sonoro «cri cri», il maschio tenta sia di attirare le femmine che di intimorire gli eventuali rivali.

*- frinire - delle cicale e dei grilli, ovvero emettere il caratteristico verso stridente.


Il grillo campestre, nonostante abbia le ali, non sa volare. È però un rapido corridore. Si ciba di erbe e di piccoli insetti ed è a sua volta un bocconcino prelibato per gli uccelli, i rettili e i mammiferi, quali le volpi, i toporagni e i gatti domestici.
Individuare un grillo nei campi è tutt’altro che facile. Questo insetto, udito il pericolo, ammutolisce all’istante non appena ci si avvicina e sparisce lesto nella tana da lui stesso scavata nel terreno. Trattasi di una galleria senza diramazioni a decorso un po’ irregolare, larga un paio di centimetri e che scende obliquamente nel terreno fino a circa 10/12 centimetri di profondità, terminando in una camera rotonda. Ogni Grillo, sia maschio sia femmina, ha la sua tana, nella quale di solito rimane nascosto durante le ore di sole. Poi, verso il tramonto, questi simpatici insetti, escono spostandosi in mezzo alle piante in cerca di cibo, che è costituito in gran parte da foglie, ma anche da semi, radici, frutti e da sostanze animali. Sono dunque onnivori e abbastanza voraci.
Davanti all’ingresso, il grillo maschio tiene costantemente libera da erba e sassi una piccola area che funge sia da palco sia da arena.
Il grillo campestre si trova nelle valli a clima temperato, in ambienti caldi e secchi, ma anche fino a 1800 metri di altitudine. È un tipico abitante delle scarpate, dei prati e dei pascoli soleggiati gestiti in modo estensivo. Questi habitat ricchi di fiori non sono un paradiso solo per gli ortotteri, bensì anche per innumerevoli altre specie animali e vegetali.cicada-580103_1920 (1)
Purtroppo la superficie e la qualità dei prati fioriti dei nostri paesaggi sono in continuo calo. I motivi vanno ricercati da un lato nello sfruttamento agricolo intensivo, dall’altro nell’abbandono dei pascoli. Senza contare le zone soleggiate preda dell’edilizia più sfrenata. Per queste ragioni, in molti luoghi non si sente più il frinire del grillo campestre. All’interno di un prato secco e caldo, questo insetto è piuttosto mobile, ma non appena ne esce raggiunge in fretta i suoi limiti. Capita quindi che oggi molte popolazioni vivano completamente isolate tra di loro, una condizione che rende vulnerabile questa specie di per sé frequente.

Tra maggio e giugno, quando le ghiandole sessuali sono mature, i maschi, con il calare della sera hanno l’abitudine di fermarsi a poca distanza dalla loro tana e di fare lunghi e sonorissimi concerti. Attaccati al terreno con le robuste zampe, sollevano un po’ le elitre* e le strofinano rapidamente l’una contro l’altra; i suoni che nascono, composti da una sola nota ripetuta anche per duecento volte al minuto, sono dolci, un po’ melanconici e lo sono tanto piú durante l’entusiasmo amoroso quando i concerti possono durare molte ore. Basta però un rumore sospetto e tutto si ferma d’incanto. I grilli si precipitano nelle loro tane ed escono solo dopo una lunga attesa, quando sono sicuri che è tutto tranquillo. Se durante questi concerti due maschi si incontrano, la battaglia è inevitabile ed è quasi sicuro che uno finisca per essere ferito gravemente. Questi canti servono per richiamare le femmine che, attratte dal canto, escono e raggiungono i maschi per accoppiarsi. Dopo l’accoppiamento la femmina depone sino a 500/600 uova che si schiuderanno nel volgere di un mese.

*-In zoologia, di solito al plur. elitre, il primo paio di ali, chitinizzato e indurito, che costituisce come un astuccio a protezione del secondo paio di ali e dell’addome, caratteristico di alcuni ordini di insetti (coleotteri, emitteri, ortotteri).

I giovani somigliano moltissimo agli adulti, tranne che per una colorazione un po’ diversa: sono neri con una fascia bianca molto evidente. Subita la muta, diventano neri, ma essendo coperti da una sottilissima peluria gialliccia, hanno su tutto il corpo riflessi dorati. Questi simpatici canterini continuano i loro vagabondaggi sino all’arrivo della cattiva stagione poi, mentre gli adulti concludono la loro vita che è durata solo un paio di mesi, scavano una tana alla base dei cespi d’erba e vi rimangono tranquilli per tutto l’inverno. Raggiungono lo stato di maturità solo in primavera inoltrata, dopo aver compiuto una decina di mute, e allora si accingono a celebrare l’amore con i loro concerti sonori.

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Alcune specie molto comuni della famiglia dei Grillidi sono il Grillo del focolare (Acheta domestica o Acheta domesticus) e il Grillo silente (Gryllus assimilis). I grilli dei boschi, come il Nemobius, appartengono invece ad un’altra sottofamiglia.
Tradizionalmente in passato, veniva rinchiuso in gabbiette di sughero e filo di ferro in alcune festività locali collegate all’Ascensione, per rallegrare i bimbi col suo canto. La Festa del grillo di Firenze è la maggiormente nota. Tutela animale e rarefazione della specie hanno pressoché estinto l’usanza.