Castagno – Castanea sativa Mill.

Divisione: Spermatophyta
Sottodivisione: Angiospermae
Classe: Dicotyledones
Famiglia: Fagaceae


Pianta latifoglia della famiglia delle Fagaceae, presente in tutto il territorio Italiano e distribuito normalmente nella fascia tra i 200 e i 1.000 m (raramente sopra i 1.200 m).kastanienbaeume_bIn Italia è una pianta spontanea, ma si deve ai Romani la sua diffusione in tutta la Penisola ove, nel tardo medioevo, raggiunse la massima estensione insieme alla Vite e all’Ulivo, perdendo poi progressivamente importanza quando gli si preferì la cerealicoltura; per secoli i suoi frutti hanno sfamato intere generazioni di contadini, tanto che nel IV secolo a.C. Senofonte l’aveva ribattezzato “albero del pane” ma, ad oggi, rischiamo di perdere questa lunga tradizione alimentare.

Da un punto di vista ecologico, il Castagno contribuisce profondamente alla stabilità del suolo evitando frane e smottamenti e, grazie allo sfalcio regolare, limitando i danni causati dagli incendi, inoltre, laddove il Castagno veniva tagliato ogni 10/15 anni, gli alberi risultavano più forti sani e produttivi.

Per una vegetazione ideale, il Castagno ha bisogno di essere liberato dai rami più vecchi un paio di volte l’anno, in questo modo, questa splendida pianta sarà in grado di ricompensarci con frutti sani e di notevole qualità; fino a 50 anni fa questo compito, come dicevamo, era egregiamente svolto dai contadini (tradizionalmente montani) poi, a partire dal secondo dopoguerra, l’abbandono delle campagne ha fatto sì che molti castagneti venissero abbandonati a loro stessi o addirittura abbattuti.skcastagnoIl Castagno predilige suoli freschi e profondi di moderata pendenza su versanti non troppo soleggiati, mentre i pendii rocciosi ed eccessivamente esposti, di solito, vengono colonizzati dalla Roverella; necessita inoltre di un buon tasso di umidità ed un indice di piovosità (circa 600 mm. annui) ben distribuito anche nella stagione estiva, anche se non ha grandi esigenze in fatto di suolo, i terreni troppo calcarei non esaltano la vegetazione di questa essenza.xcastagna

Grazie all’azione dell’uomo, nei castagneti coltivati sono pressoché assenti le piccole piantine, gli arbusti e le erbe che in altri infestano il sottobosco, dando così l’immagine di un bosco particolarmente pulito e luminoso.

Il Castagno ha una vita lunghissima, si parla di piante che sono arrivate ad un’età di 2.000 ed addirittura 4.000 anni.castone.jpgIl sottobosco di Castanea sativa può essere ricco di Muschio, Felci, talvolta Erica e Brugo, regalandoci un habitat adattissimo a tutte e 4 le specie di Boleti che chiamiamo Porcini, infatti, possiamo trovare i primissimi Boletus pinophilus a maggio/giugno, gli Estatini ovvero i Boletus aestivalis a giugno, poi in successione gli edulis che risultano essere i migliori Porcini da un punto di vista organolettico, a patto che vengano consumati velocemente, dato che hanno una minore consistenza di quelli di Faggio o di Abete Rosso.

La stagione fungina del Castagno, in genere, è molto lunga e contempla moltissime specie ma si differenzia dal tipo di castagneto, se da frutto oppure ceduo.

Nei marroneti, dove il sottobosco è privo di foglie, il micelio fungino può sfruttare al meglio l’irradiazione solare che, filtrando tra le fronde, favorisce la nascita di primizie tra le quali: Boletus pinophilus, Boletus aestivalis e boleti a polpa gialla come il luridus; il Castagno entra inoltre in simbiosi con i Cantarelli, le Russule e varie Amanite, Ovolo (Amanita cesarea) compreso.

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Il bosco ceduo di Castagno, invece, inizia a fruttificare in ritardo rispetto al marroneto e comunque il periodo estivo, per il castagneto ceduo, non è altrettanto generoso, dovremo attendere quindi settembre e preferire i pendii ricchi di Mirtillo per trovare tutti i Boleti tranne il Pinicola anche se, in compenso, potremo trovare altre specie fungine tra le quali Russole, Cantarelli,  e sui tronchi le Lingue di Bue faranno la loro comparsa, insomma, potranno sbocciare fino a 500 specie diverse in un solo bosco e se la stagione sarà benevola potremo raccogliere una cinquantina di specie mangerecce. La stagione prosegue poi per tutto ottobre e alla caduta delle foglie, potremo trovare funghi di ottima taglia, a fine stagione, invece, potremo scorgere famigliole di Chiodini amari e poco pregiati, tuttavia, nei marroneti coltivati potremo trovare funghi fino a novembre, soprattutto Boletus pinophilus e Cantharellus cibarius.chestnut-tree-3391514_1280