Divisione Basidiomycota
Classe Basidiomycetes
Ordine Agaricales
Famiglia Amanitaceae
Genere Amanita
Sottogenere Lepidella
Sezione ValidaeAmanita rubescens Pers. : Fr. 1797 – Amanita rossa, tignosa vinata, tignosa rosseggiante – dal latino rubescens = rosseggiante, per la proprietà della carne di virare al rosso-vinoso.
Commestibile buono. Occorre però avere moltissima cautela, è infatti buono ma solo se ben cotto. Deve essere fatta un'adeguata lunga cottura con eliminazione dell'acqua. Il fungo è infatti velenoso da crudo, per la presenza di tossine termolabili che scompaiono a circa 60°.
(se consumato crudo)
Si tratta di commestibile da consumare assolutamente cotto, contiene infatti tossine termolabili che si disgregano e svaniscono con adeguata cottura. Da notare che pur trattandosi di un commestibile, aromatico, delicato, non deve mai essere consumato in preparazioni che non ne garantiscano adeguata cottura. Da evitare in assoluto la cottura alla griglia in quanto ne potrebbe risultare quasi crudo nelle parti interne, con conseguente grave rischio di intossicazioni con sindrome emolitica.
Fungo micorrizico da ritenersi molto pericoloso per i meno esperti. Attenzione! Non consumare esemplari che non presentino i caratteristici colori rosso-bruno-vinoso.
Il cappello misura 4-10 cm, globoso, poi sempre più espanso fino ad appianato, margine pileico non striato, interamente rivestito da residui velari scagliosi ed acuti di tonalità grigiastra. il suo colore è rossastro, rosso brunastro, tendente a decolorarsi con l’età o con piogge intense. Le lamelle sono molto strette e distanziate dal gambo, alte e fragili, biancastre, con presenza di maculature rossastre se vetuste o manipolate. Il gambo misura 1-3 × 8-18 cm, rettilineo, progressivamente si allarga verso la base che presenta aspetto bulboso, superficie liscia. Bianco in alto e poi sempre più sfumato di rosa fino al rosso verso la base. Possiede un anello carnoso, inserito in posizione sommitale, che ricade con ampio gonnellino sul gambo, colorato giallo nella faccia inferiore. La volva non è ben visibile, il velo generale si frammenta e residua alla base del gambo solo delle piccole protuberanze perliformi.
La carne biancastra, tende ad assumere sfumature rossastre se tagliata, soda e spessa quella del cappello, filacciosa quella del gambo. contusa, larvata. Odore non significativo e sapore dolciastro, aromatico. Ovunque presente e diffusa, dalla montagna alla pianura, in tutti i boschi, sia di latifoglie che di conifere. Tra i primissimi funghi a fare la sua comparsa, già da Aprile/Maggio, prosegue con le nascite fino all’autunno anche inoltrato.
Si consiglia prudentemente di non raccogliere e consumare quegli esemplari che non presentano i caratteristici colori rosso-vinoso, ancor di più ed in particolare, in caso di assenza del viraggio della carne dopo opportuna resezione. Questo per la confusione possibile con la somigliante e gravemente tossica Amanita pantherina, dalla quale si distingue per l’assenza di striature al margine del cappello, per i residui velari grigiastri, per il viraggio della carne e in particolare per l’assenza della caratteristica volva circoncisa.
N.B. – Il sapore di questa Amanita molto dolciastro e forte può non risultare a tutti congeniale, nei misti va quindi dosata per evitare eccessi di predominanza, se utilizzata da sola deve prima essere sperimentata, in quanto potrebbe risultare ad alcuni non gradita.