Sottoregno: Tracheobionta
Superdivisione: Spermatophyta
Divisione: Magnoliophyta
Classe: Magnoliopsida
Sottoclasse: Dilleniidae
Ordine: Ericales
Famiglia: Ericaceae
Genere: VacciniumMirtillo nero e mirtillo rosso – Vaccinium myrtillus e vitis-idaea – il nome è di probabile origine latina, forse da baccinium, piccola bacca.
Se le fragoline sono una goduria a piccole dosi, i mirtilli sono una gioia da riempirsi la bocca. Sono il frutto della media e alta montagna (crescono fin quasi a 2000 metri) che, per fortunata coincidenza, matura proprio nei mesi di luglio e agosto, quelli ideali per i trekking in quota. Il problema, se si può così dire, quando ci si imbatte nel mirtillaio giusto, è quello di tardare perchè indaffarati per l’appunto a riempirsi con le mani, la bocca. E non ci si possono nemmeno inventare scuse perché mani, labbra e lingua blu riveleranno inesorabilmente il vostro peccato di gola…
Fiori: bianco-rosa, a forma di piccolo orcio, solitari nel mirtillo nero, in grappoli terminali, penduli, in quello rosso; appaiono dalla primavera all’estate. Caratteristiche: arbusti alti da 30 a 60 centimetri nel mirtillo blu e da 10 a 30 centimetri in quello rosso. Nel primo le foglie sono ovali, caduche, dentate; nel secondo, il fogliame è persistente, lucido, coriaceo, verde cupo. Il Vaccinium vitis-idaea, rispetto al mirtillo blu, ha portamento prostrato e rami contorti.
Vaccinium myrtillus o vitis-idaea, dalle bacche blu-viola o rosse come coralli. Appartenente alla famiglia delle Ericacee, produce numerose bacche, che maturano sui fusti di questo generoso genere, tipicamente alpino. Predilige i terreni silicei, ombreggiati da conifere o le radure non eccessivamente assolate; non vegeta spontaneamente a quote inferiori a quelle occupate da pini e abeti e non supera i 2600 metri di altitudine.
Il genere Vaccinium comprende circa centotrenta specie, ma le due che ci interessano perché fanno parte integrante della nostra flora, sono il mirtillo nero (Vaccinium myrtillus) e il mirtillo rosso (Vaccinium vitis-idaea). Per i golosi rappresentano la materia prima per squisite marmellate, per salse raffinate, ideale accompagnamento per arrosti e carne alla griglia, ma per la scienza costituiscono una fonte preziosa di elementi chimici e di sostanze di grande interesse. Prima di tutto, ricordiamo che i mirtilli contengono una discreta quantità di zuccheri, con un valore calorico che raggiunge le 40 calorie ogni cento grammi di bacche, l’89 per cento di acqua, 0,50 grammi di proteine, 0,50 grammi di grassi, 10 grammi di idrati di carbonio.Le vitamine sono presenti in buona percentuale e appartengono ai gruppi A, B e C; i sali minerali di maggiore interesse sono: potassio, calcio, magnesio e fosforo.
Abbiamo detto che il Vaccinium è spontaneo sulle nostre montagne in due specie: il myrtillus e il vitis-idaea, ma noi vogliamo parlare in modo particolare della pianta che produce le bacche blu-viola perché è proprio la sostanza che determina il colore di questi frutti a rendere importanti i cosiddetti «mirtilli neri». Ci riferiamo al glucoside, esattamente un «antocianoside», presente soprattutto nella buccia nerastra, capace di influenzare il campo visivo e allontanare il senso di stanchezza determinato da una prolungata lettura sotto la luce artificiale, da varie ore di guida notturna, e così via.
L’industria farmaceutica ha subito sfruttato questa proprietà e impiega attivamente i mirtilli anche per la preparazione di disinfettanti per le vie urinarie, di antidiarroici e di composti ad azione antibiotica verso streptococchi, Bacillum coli, eccetera. I meriti del mirtillo non finiscono qui: infatti, esso contiene anche acido tannico, pectine e una glucochinina che ha rivelato un buon potere antiglicemico.
Se si aggiunge che il mirtillo nero è di sapore davvero gradevole, assai dolce quando ha raggiunto la perfetta maturazione, non è difficile intuire le ragioni della sua grande popolarità e dell’interesse anche economico relativo alla sua raccolta e alla sua trasformazione. Un interesse che ha addirittura stimolato gli ibridatori americani a migliorare le caratteristiche morfologiche di una specie endemica nel loro territorio sino a ottenere una varietà di facile coltura anche in zone pianeggianti, con produzione di grosse bacche blu riunite in grappoli che maturano a luglio su arbusti che raggiungono i due metri di altezza. Ma il Vaccinium che a noi interessa è quello che forma vasti tappeti nel sottobosco della montagna, in macchie di minuscole foglioline verde vivo: caduche nel Vaccinium myrtillus, persistenti, coriacee e lucide nel Vaccinium vitis-idaea.
I fiori dei mirtilli, rossi o neri che siano, hanno una forma singolare, tipica delle Ericacee; il colore è rossastro con bordo giallo nel Vaccinium myrtillus, bianco appena sfumato di rosa nel Vaccinium vitis-idaea.
La fioritura comincia in maggio e si prolunga sino a luglio, a seconda dell’altitudine. Del frutto abbiamo già parlato, ma possiamo aggiungere che le rosse bacche del Vaccinium vitis-idaea sono di sapore leggermente acidulo e amarognolo, non sgradevole, utilizzate per confetture e gelatine, caramelle e sciroppi dissetanti oltre che in farmacia per le loro notevoli proprietà astringenti e disinfettanti dell’intestino.Prima di indicare alcuni impieghi del mirtillo a scopo terapeutico e anche gastronomico, un consiglio: raccogliere queste bacche è un lavoro lungo, paziente e faticoso, anche perché non è facile scegliere quelle mature ed evitare di staccare dai fusti le acerbe, dato che questi minuscoli frutti sembrano nascondersi tra il fogliame; se si aggiunge che spesso le macchie di Vaccinium coprono il suolo nell’ombra del bosco, è facile intuire che portare a casa un buon bottino di queste bacche non è impresa da poco. Vietatissimo inoltre farsi aiutare da quell’attrezzo da tanti utilizzato e chiamato «pettine»!.
Ora passiamo alle semplici, efficaci pozioni che si ottengono con le varie parti del Vaccinium myrtillus, quello che produce i frutti blu-viola per intenderci, e cominciamo dalle foglie che si raccolgono tra giugno ed agosto e hanno diverse virtù.
Infatti, esse esplicano azione disinfettante, tonico-astringente, diuretica. Il modo più semplice per utilizzarle è quello di metterle in infusione (3 grammi ogni 100 grammi di acqua bollente) per un quarto d’ora-venti minuti, e poi bere quattro tazze di questo infuso nel corso della giornata; la prima tazza dovrà essere bevuta al mattino, a digiuno.
I frutti, ben maturi, sono considerati ottimi disinfettanti intestinali, antibatterici e astringenti. Come cura, in tutti questi casi, si consiglia di mangiare al mattino a digiuno una ventina di bacche. Il loro succo, preso a cucchiai, è rinfrescante e vitaminico; applicato sulla pelle guarisce e disinfetta bruciature e piaghe, tumefazioni e prurito.
Le bacche rosse del Vaccinium vitis-idaea, mangiate fresche, hanno un alto potere digestivo e sono anche di buon contenuto vitaminico.
Le virtù digestive e toniche dei mirtilli in genere, vengono esaltate in una particolare «preparazione» che consente di ottenere un ottimo liquore, tipico del Trentino, chiamato Giàsena dalla ricetta assai semplice: si mettono in un capace vaso di vetro i mirtilli maturi nella dose di un chilogrammo, si aggiungono tre cucchiai di zucchero e tanto alcol per liquori da coprire il tutto. Lasciar riposare quaranta giorni, filtrare e bere dopo i pasti. Mescolato ad acqua bollente, il Giàsena è un ottimo corroborante, consigliabile come rimedio contro le infreddature. In Italia si raccolgono mirtilli, ma in quantità assai inferiore alla media degli altri Paesi europei. Attualmente una buona percentuale del raccolto di mirtilli viene assorbito dall’industria casearia, come aggiuntivo agli yogurt alla frutta.